SINDROME DEL COLON IRRITABILE 

GASTRITE 

DIARREA E STIPSI 

GONFIORE ADDOMINALE E METEORISMO

MICROBIOTA INTESTINALE - CAUSA O EFFETTO ?

SINDROME DEL COLON IRRITABILE E NUTRIZIONE

La Sindrome del colon irritabile, comunemente ma impropriamente chiamata colite, è definita come un insieme di disordini funzionali dell'intestino caratterizzati da dolore addominale diffuso e/o fastidio. Generalmente si presenta in associazione ad un cambiamento dell'alvo, della forma delle feci e a gonfiore addominale. L'alvo può essere diarroico ma spesso è presente stipsi ostinata e talvolta alternativamente stipsi/diarrea. Può associarsi a cefalea, ansia, depressione.

La Sindrome del colon irritabile è diffusa e più comune tra le donne.
Una anamnesi accurata e una precisa valutazione clinico-strumentale sono necessarie per escludere altre patologie e confermare la diagnosi.
Secondo i criteri di Roma III (linee guida) si può parlare di sindrome dell'intestino irritabile se il dolore o fastidio addominale sono presenti per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi, e che abbiano due delle seguenti caratteristiche:

  • siano alleviati dalla defecazione,
  • insorgono insieme ad un cambiamento dell'alvo,
  • insorgono insieme ad un cambiamento nella consistenza delle feci

Studi recenti hanno dimostrato i benefici nell'uso di probiotici e prebiotici.
I probiotici sono microrganismi viventi (Lattobacilli e Bifidobatteri) che portano ad una riduzione della produzione di gas e quindi ad un miglioramento nel dolore addominale.

I prebiotici e simbiotici (prebiotico+probiotico) sono utili sia nella prevenzione che nel trattamento della Sindrome dell'Intestino Irritabile e l'assunzione regolare aiuta a ritrovare la regolarità e l'equilibrio della flora intestinale. 

Consigli utili:

  • Per favorire la motilità intestinale preparare piatti semplici, fare pasti piccoli e frequenti
  • Consumare i pasti a tavola mangiando lentamente
  • Seguire una alimentazione equilibrata tipicamente mediterranea con frutta, verdura e cereali
  • Bere acqua durante la giornata
  • Utilizzare probiotici e prebiotici
  • L'introito di fibre deve essere graduale nel tempo
  • I kiwi oltre a contenere una buona quantità di fibre per riequilibrare l'intestino, possono potenziare l'azione delle fibre prebiotiche
  • Valutare la tolleranza individuale agli alimenti
  • Ridurre l'uso di caffè, alcool, alimenti grassi e piatti elaborati
  • Evitare alimenti contenenti sorbitolo, mannitolo presente in gomme da masticare, caramelle senza zucchero… (leggere le etichette)
  • Particolare attenzione a legumi (fagioli, piselli, lenticchie), cavoli, cavolfiori, broccoli che possono, durante la digestione, fermentare e produrre gas in grandi quantità 
  • Praticare regolamente attività fisica aiuta a migliorare la propria qualità di vita e di conseguenza a ridurre anche lo stress che è cofattore della sindrome del colon irraitabile.

GASTRITE

Con il termine gastrite, si fa riferimento a un danno a carico della mucosa gastrica, uno stato infiammatorio acuto o cronico a carico della mucosa.

La gastrite acuta è riferito ad un insieme di condizioni a causa quasi sempre nota caratterizzata da lesioni endoscopicamente evidenziabili spesso di tipo emorragico o erosivo dovuto nella maggior parte dei casi ad alcool o farmaci (FANS: farmaci antinfiammatori non steroidei, per intenderci ibuprofene, etc) e comprende dolore epigastrico e sanguinamento.
La gastrite cronica è frequente nella popolazione adulta sana, soprattutto dopo i 45 anni e può associarsi all'ulcera peptica.
L'Helicobacter pylori è la causa più frequente di gastrite cronica.
L'Helicobacter pylori è un batterio attualmente nel 69% della popolazione italiana. Alcuni cibi fra cui i cibi conservati sotto sale e ricchi di nitrosamine, aumentano notevolmente la possibilità di contrarre l'Helicobacter pylori.
Una forma insidiosa di gastrite è quella in cui si verifica l'atrofia della mucosa gastrica; in questa forma può non essere presente una sintomatologia specifica e ciò può ritardare la diagnosi con un rischio elevato di carenza di cobalamina (Vit. B12)


Il dolore a volte descritto come bruciore è il sintomo più evidente: spesso sveglia il paziente anche di notte e solitamente viene alleviato dall'ingestione di cibo.

  • Non esistono diete e/o restrizioni particolari, le raccomandazioni dietetiche hanno come obiettivo la diminuzione della secrezione acida dello stomaco.
  • Una dieta quantitativamente corretta può migliorare o attenuare i sintomi dispeptici.
  • Eccessive restrizioni dietetiche o proibizioni qualitative devono considerarsi non necessarie.
  • Vi è un rapporto diretto tra consumo di alcool e gastrite in quanto l'alcool è in grado di danneggiare la mucosa gastrica.
  • Il latte ha un ruolo tampone solo transitorio a cui segue una potente e prolungata stimolazione delle secrezioni gastriche.
  • La famosa dieta “in bianco” è spesso troppo ricca di grassi e proteine e quindi sbilanciata.

Alcuni consigli che possono essere utili per alleviare il dolore:

  • Imparare a riconoscere quali sono gli alimenti che provocano il peggioramento dei sintomi
  • Evitare la assunzione frequente di latte perché 2-3 ore dopo la sua ingestione stimola le secrezioni acide.
  • La secrezione acida viene stimolata anche dalle  bevande con metilxantine (caffè, tè, coca cola, cioccolato) e spezie ma solo se assunte in quantità elevate; 
  • Evitare le bevande gassate, bevande calde o troppo calde.
  • Sconsigliati brodo di carne, estratti per brodo, estratti di carne, minestre già pronte con tali ingredienti.
  • Evitare la frutta secca
  • Evitare i formaggi piccanti e fermentati e gli insaccati (mortadella, salame, salsiccia, pancetta, coppa, ciccioli, cotechino e zampone)
  • Evitare le fritture (aumentano il contenuto di acreolina, che peggiora l'infi ammazione della mucosa)
  • Preferire grassi vegetali (olio extra vergine di oliva)
  • Evitare alcool, alcolici e superalcolici
  • Frazionare l'alimentazione in pasti piccoli e frequenti (colazione, pranzo, cena e due spuntini)
  • privilegiare la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia, alla piastra, a lesso, al forno, al cartoccio.
  • ridurre o smettere di fumare

DIARREA

E' un disturbo intestinale caratterizzato da emissione di feci non formate o liquide con un incremento della massa fecale e del suo contenuto idrico.
La diarrea non è una malattia, è piuttosto espressione di numerose infezioni e patologie, può comparire in forma acuta (più frequente nelle infezioni) e cronica ( patologie gastroenteriche).
Viene considerata acuta se di durata inferiore alle due settimane, subacuta o persistente fra due e quattro settimane, cronica se protratta oltre quattro settimane.

La diarrea acuta può avere come causa infezioni virali o batteriche, può essere conseguente ad assunzione di farmaci, a condizioni patologiche (diverticolite, rettocoliti, ecc.) o anche a ingestione di cibo alterato, contaminato e contenente sostanze tossiche. La diarrea cronica è caratteristica di molte patologie gastroenteriche che presentano stati infiammatori della mucosa o patologie a carico del pancreas con riduzione dell'assorbimento dei grassi (steatorrea) o comunque malassorbimento di nutrienti. Può diventare causa di deficit nutrizionali e richiedere quindi modifi che alimentari permanenti.

Consigli:

  • Evitare latte e formaggi freschi
  • Moderate quantità di latte delattosato o yogurt (non più di una porzione al giorno) possono essere inseriti in fasi croniche saggiandone la tollerabilità.
  • È indicato il consumo di formaggi stagionati non piccanti che hanno ridotto tenore in lattosio grazie alla stagionatura e permettono un recupero di minerali.
  • Le verdure e la frutta fresca vanno evitate in fase acuta. Possono essere sostituite da centrifugati e spremute d'agrumi filtrate utili a mantenere un introito di liquidi e sali minerali adeguato.
  • Successivamente sono indicate quantità ridotte di verdure quali: patate, carote lessate, pomodori maturi senza buccia e semi, le foglie della bietola e spinaci, il cuore del carciofo e del finocchio lessato, le gemme degli asparagi, zucchine e fagiolini; succhi di frutta e frullati.
  • Da evitare frutta secca oleosa, sciroppata o disidratata, fichi, uva, ciliegie, prugne.

STIPSI

Si parla di stipsi (stitichezza) quando la frequenza dell’evacuazione è inferiore a tre volte alla settimana; tale riduzione può associarsi anche ad altri sintomi, quali: dolori addominali, meteorismo e gonfiore, difficoltà ad espellere feci dure e disidratate, senso di evacuazione incompleta e necessità di ricorrere a manovre manuali per favorire l’evacuazione. Inoltre, la stipsi può anche essere un sintomo della sindrome da intestino irritabile, in cui generalmente la stitichezza si alterna a comparsa di scariche diarroiche.

Consigli:

  • Assumere un’adeguata quantità di fibra
  • Idratarsi a sufficienza
  • Seguire una dieta bilanciata
  • Svolgere moderata e costante attività fisica
  • Controllare lo stress in modo adeguato
  • Assumere almeno una porzione di verdura ad ogni pasto, cruda o cotta.
  • Consumare ogni giorno due-tre frutti di medie dimensioni. Preferire kiwi (soprattutto al mattino a digiuno), pere, albicocche, fichi e prugne.
  • Alternare i cereali raffinati (pane, pasta, riso…) con gli analoghi integrali
  • Limitare il consumo di alcool e caffeina
  • Consumare almeno due volte alla settimana i legumi. 

GONFIORE ADDOMINALE E METEORISMO

L'apparato digerente contiene numerosi gas che derivano dall'ingestione di aria, dalle reazioni fra secreti acidi e alcalini, da processi fermentativi intestinali.
Nell'intestino sono presenti di norma ossigeno, azoto, anidride carbonica, metano, idrogeno; il loro volume può variare a seconda dei soggetti e, nello stesso individuo, può subire di giorno in giorno delle fluttuazioni anche molto ampie.
Il meteorismo è un disturbo che si manifesta in modo non occasionale con un senso di ripienezza e di distensione addominale; tali sintomi si accompagnano ad emissione di gas e a rumori intestinali percepibili. Può essere un solo disturbo o essere sintomo di altre patologie quali la sindrome del colon irritabile, intolleranze alimentari, dispepsia, stipsi e può essere strettamente correlato a fattori psicologici quali ansia, depressione, insonnia.
La maggior parte dei gas intestinali deriva dalla deglutizione, dall'ingestione dell'aria. L'ingestione di aria mentre si deglutiscono cibi e bevande, definita aerofagia, può diventare eccessiva per alcune persone sia durante il pasto che in altre occasioni con conseguente comparsa di eruttazioni.

Le scelte alimentari incidono fortemente sul gas prodotto a livello intestinale sia direttamente che indirettamente.

Occorre tuttavia fare molta attenzione a non escludere dalla dieta alimenti salutistici solo a causa del loro potere meteorizzante, meglio limitarsi ad assumerli con moderazione.

Consigli :

Con moderazione:
latte e prodotti caseari freschi, brassicacee (rape, verza, cavolfiore e cavolo), cipolle, cardi, legumi (ceci, fagioli, lenticchie), cibi ricchi in grassi, acqua e bibite gassate, spumanti e vini frizzanti, panna montata, frappè, maionese, pane fresco, dolci, chewing-gum, caramelle, castagne, alimenti dolcificati con polialcoli (sorbitolo, mannitolo).

Liberamente:
carne, pesce, pollame, uova, formaggi stagionati, verdure ad esclusione di quelle sopra riportate, cereali (escluso il pane fresco).
L'assunzione di tisane (ai semi di finocchio, aneto, cumino ecc..) al termine del pasto è generalmente efficace nel ridurre il meteorismo.

Le fibre non devono mai essere proibite nel meteorismo ma vanno inserite con molta gradualità testando la tollerabilità individuale.

Esistono in commercio preparati contenenti l'enzima alfa-galattosidasi in grado di degradare alcune delle componenti di legumi, frutta, verdura e cereali che fermentando possono contribuire al meteorismo.

In più ricordarsi di abolire il fumo,masticare lentamente, non coricarsi dopo il pasto.